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Sospettare una disfunzione tubarica dopo frequenti episodi di orecchio ovattato

Accusare di frequente il fastidio di un orecchio ovattato deve accendere un campanello d’allarme. Se il disturbo è accompagnato anche da acufeni, vertigini e difficoltà di equilibrio non è il caso di soprassedere, potrebbe trattarsi di una disfunzione tubarica.

Come curare l'orecchio tappato

La tuba in questione è quella di Eustachio, che mette in comunicazione l’orecchio con il naso.

In condizioni di normalità, nella tuba avviene la ventilazione dell’orecchio e il deflusso del catarro attraverso il naso ma, nel caso di una disfunzione, queste azioni vengono impedite.

La prima conseguenza è un accumulo eccessivo di catarro, che può generare una dolorosa otite catarrale.

Alcune categorie sono più esposte al rischio di soffrire di orecchio ovattato

La sensazione di avere un orecchio ovattato può capitare a tutti ma ci sono alcune categorie di persone che tendono a soffrirne in maniera cronica.

Si tratta di coloro che, per lavoro o per passione, si trovano ad essere sottoposti con molta frequenza a sbalzi di pressione.

Basti pensare ai piloti d’aereo, alle hostess e agli steward ma anche a chi si immerge sott’acqua o a chi sale e scende dalle montagne, come le guide alpine.

Tutti loro mettono a dura prova le proprie orecchie e rischiano di sviluppare con più facilità una disfunzione tubarica.

Come procede lo specialista di fronte ad un orecchio ovattato

Per diagnosticare con sicurezza una disfunzione tubarica è indispensabile rivolgersi ad un otorino, che condurrà una serie di esami, prima di emettere la sentenza.

Anzitutto, verranno eseguiti una timpanometria e un esame audiometrico.
Con la timpanometria si valuta l’elasticità della membrana timpanica. A seconda della sua flessibilità quando viene attraversata da onde sonore, si può ipotizzare la presenza di un ostacolo, come il catarro.

Con l’esame audiometrico si misura la capacità uditiva del soggetto, che può essere compromessa proprio dal ristagno di catarro nel condotto uditivo più interno.

Se questi accertamenti producono un esito positivo, è meglio non sottovalutare il problema perché potrebbe essere in atto un’otite catarrale, processo infiammatorio che può portare alla perdita definitiva dell’udito, se trascurato.

Insomma, l’accumulo di catarro che provoca l’orecchio ovattato va affrontato al più presto.
Ci sono diversi modi per cercare di far uscire il catarro dall’orecchio ma non hanno tutti la stessa efficacia.

Alcuni specialisti optano per le cure termali, in particolare per le insufflazioni tubariche d’aria, che dovrebbero contribuire a smuovere il catarro fino alla sua espulsione.

Si tratta di una terapia dall’esito molto incerto, che comporta anche il pericolo di traumatizzare la membrana timpanica a causa del ripetersi delle sedute.

In alternativa, altri medici consigliano di praticare un foro sul timpano, per consentire la fuoriuscita del catarro dalla parte esterna del condotto uditivo.

Seduta stante, si ottiene un risultato concreto ma il danno che può riportare la membrana del timpano è irreversibile.

Risolvere il problema dell’orecchio ovattato con l’ausilio delle nuove tecnologie

Per la risoluzione dell’orecchio ovattato, causato da disfunzione tubarica, è possibile intervenire con una nuova metodologia, che sfrutta i ritrovati tecnologici di ultima generazione: la Balloon Tuboplasty.

Si tratta di una procedura che punta a ripristinare le normali condizioni fisiologiche della tuba di Eustachio, senza invasività.

Con l’impiego di un micro endoscopio si inserisce un piccolo palloncino, che viene gonfiato una volta raggiunta la posizione ottimale all’interno del dotto.

Il palloncino consente di ottenere una dilatazione sufficiente affinché il catarro possa defluire spontaneamente e l’aerazione dell’orecchio possa riprendere in modo corretto.

L’intervento è veloce ed indolore, viene eseguito con la sola anestesia locale e i risultati ottenuti sono permanenti.

Uno degli specialisti in grado di condurre questo genere di operazione è il Dott. Alessandro Valieri, otorinolaringoiatra che riceve tra Bologna, Ravenna e Codigoro, in provincia di Ferrara.

Un professionista che persegue l’idea di curare i propri pazienti con metodi efficaci ma, al contempo, poco invasivi, per garantire loro una maggiore qualità della vita.

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